Feste tradizionali del Salento: Le Tavole di San Giuseppe

Una terra unica nel suo genere, crocevia di civiltà, posta tra due mondi, quello orientale e quello occidentale, questo è il Salento.
Il contatto con popolazioni lontane e diverse tra loro ha lasciato segni profondi nella cultura locale, ma nello stesso tempo ha determinato un forte attaccamento alla propria tradizione.
Le feste religiose sono l’occasione ideale per scoprire un Salento diverso e più genuino, partecipando assieme ai suoi abitanti agli antichi rituali tramandati immutati per secoli.

Per chi ha intenzione di trascorrere una vacanza in primavera nel Salento, consigliamo di non perdersi la speciale festa delle Tavole di San Giuseppe.
Ogni anno il 18 marzo città e paesi salentini, come Giurdignano, diventano protagonisti di un rituale che affonda le sue radici nella profonda religiosità dei suoi abitanti.
La festa ha avuto origine nel periodo medievale, periodo buio e di miseria, dove la fede rappresentava l’unica speranza per uscire dalle difficoltà.Questo rituale rappresenta un voto per una grazia ricevuta e prevede l’allestimento nelle case dei devoti di lunghe tavolate, dove vengono serviti i piatti tipici della cultura locale, prodotti della terra e del mare.

L’antico rituale delle Tavole di San Giuseppe

La tradizione vuole che il numero di partecipanti alla tavolata non sia inferiore a tre, a rappresentare San Giuseppe, la Madonna e Gesù Bambino, e non superi le 13 persone, ognuna delle quali rappresenta un Santo.Il banchetto ha inizio a mezzogiorno quando il capo tavola, San Giuseppe, batte un colpo di bastone sul pavimento, e procede ad assaggiare assieme ai commensali i vari piatti, recitando una preghiera.Ogni gesto e parola ha un forte significato simbolico, così come i piatti che vengono serviti ai commensali.